6. I dati regionali

Inizio Pagina  6.1 Commento ai dati regionali

Nel periodo considerato in questa pubblicazione, in Veneto si è verificata una progressiva diminuzione del numero di infortuni sul lavoro dal 1990 al 1997 (figura 6.1). Questa diminuzione è dovuta, in parte, alla crisi economica di quegli anni; nel periodo successivo si è assistito ad un progressivo incremento del numero di infortuni con definizione positiva; tra le cause di questo aumento, oltre ad un certo grado di ripresa economica, vi è da considerare l'estensione della tutela assicurativa a nuovi soggetti ed anche l'allargamento del concetto di rischio assicurato (vedi capitolo 3). Si può notare, inoltre, che una discreta quota di eventi avviene con il coinvolgimento di automezzi (si tratta degli incidenti stradali individuati con i limiti indicati nel capitolo 2 "Metodologia e definizioni") ed è questa la tipologia di infortunio che presenta un incremento significativo negli ultimi anni; una quota notevole di questi infortuni "stradali" è costituita da eventi in itinere il cui riconoscimento è stato reso più agevole con le variazioni normative del 1998, 1999 e 2000. La possibilità di individuare gli eventi in itinere accaduti dal 1999 in poi consente di affermare che gli incidenti in itinere avvengono prevalentemente con il coinvolgimento di automezzi e che gli infortuni con definizione positiva che si verificano in orario di lavoro sono in lieve diminuzione (almeno nel triennio 1999-2001); per ulteriori informazioni consultare il capitolo 8.

Nella maggior parte delle elaborazioni di questo capitolo, salvo dove sia specificato diversamente, sono compresi gli infortuni in itinere poiché non è possibile individuare questi eventi per gli anni 1990-1998; sono generalmente esclusi gli studenti delle scuole pubbliche, gli addetti ai servizi domestici e gli sportivi professionisti in quanto questi infortuni non avvengono in luoghi di lavoro in senso stretto; tuttavia, utilizzando la tabella 6.1, è possibile individuare le serie storiche di infortuni con definizione positiva per ciascun tipo di gestione INAIL. La tabella 6.2 contiene i dati utilizzati per il grafico di figura 6.1.

In figura 6.2 e tabella 6.3 è possibile valutare l'andamento degli infortuni per provincia; si può osservare che l'andamento generale del Veneto si riproduce, con modeste variazioni, per tutto il territorio regionale. Le province di Belluno e Rovigo, rispetto alle altre, presentano un minor numero di infortuni; questo dato deve essere messo in relazione con il minor numero di aziende e di lavoratori presenti in questi territori. Informazioni più dettagliate sulle province e ASL possono essere rintracciate nei rispettivi capitoli 9 e 10.

La tabella 6.4 mostra il tipo di definizione INAIL per ciascun anno; si può osservare un aumento dei casi definiti in permanente nel 2001 da porre in relazione anche con la modifica introdotta dal D.Lgs. 38/2000 (vedi capitolo 2) che ha abbassato dal 10% al 5% la soglia per la definizione di lesione permanente.

La tabella 6.5 descrive l'andamento dei casi gravi; per casi gravi si intendono quelli che hanno comportato la morte, una inabilità temporanea superiore a 40 giorni o postumi permanenti con grado 1% o superiore. Si tratta dei casi in cui gli organi di vigilanza delle ASL (SPISAL) dovrebbero presumibilmente intervenire per svolgere le indagini previste dal Codice Penale per lesioni personali colpose o omicidio colposo; si è indicato "presumibilmente" poiché vi è un certo grado di incertezza nel far coincidere la valutazione INAIL di postumi permanenti di grado 1% o superiore con l'indebolimento permanente di senso o di organo. Ovviamente la competenza degli SPISAL non si estende ai casi con automezzi dovuti alla normale circolazione stradale, che sono la maggioranza, e a quelli in itinere.

Dato il numero relativamente limitato di casi mortali, il dato non è stabile anche se il totale dei casi mortali riproduce l'andamento generale degli infortuni. In figura 6.3 si può notare che il coinvolgimento degli automezzi nei casi mortali ha superato, negli ultimi anni, quello degli infortuni senza automezzi ed è il responsabile dell'andamento crescente del numero totale di infortuni dal 1998 al 2000, mentre quelli mortali senza coinvolgimento di automezzi sono in diminuzione.

Per quanto riguarda i casi gravi non mortali, si evidenzia una tendenza all'aumento del numero di infortuni sia con automezzi che senza automezzi (figura 6.4). La percentuale di casi gravi su infortuni totali è un indicatore puro di gravità; in figura 6.5 si evidenzia un costante aumento di questo indicatore negli anni 1990-2001; non si può escludere che ciò sia dovuto anche ad un diverso comportamento dei medici che formulano le prognosi in caso di infortunio lieve; infatti, non sono conteggiati nel totale gli infortuni in franchigia con prognosi inferiore a quattro giorni.

Le tabelle 6.6 e 6.7 mostrano l'andamento degli infortuni per comparto (totale e senza automezzi). Nel capitolo 2 è possibile reperire informazioni su come sono stati definiti i comparti; in questa sede si ricorda soltanto che nel comparto "servizi" sono compresi anche gli impiegati che lavorano in aziende di tipo industriale. Di questo fatto è necessario tenere conto in quanto questa classificazione è sostanzialmente diversa da quella ATECO essendo basata sulle voci di tariffa INAIL. Informazioni più dettagliate sui comparti si possono reperire nel capitolo 7.

La distribuzione degli infortuni nei vari comparti risulta modificata negli anni oggetto di questa pubblicazione; se si confrontano i due periodi 1990-1995 e 1996-2001, si rileva una riduzione del numero totale di infortuni riconosciuti in metalmeccanica, costruzioni, agricoltura, legno ed altre attività di tipo manifatturiero (figura 6.6). La riduzione più rilevante si trova in agricoltura mentre sono in aumento gli infortuni del terziario come servizi, trasporti, sanità e commercio. Ciò può essere dovuto sia all'estensione dell'assicurazione ai soggetti che non svolgono lavori prettamente manuali negli ultimi anni, sia alla modificazione della struttura produttiva che ha visto chiudere numerose attività per delocalizzarle altrove.

La figura 6.7 (I, II, III) mostra l'andamento per comparto del numero assoluto di infortuni totali ed esclusi automezzi con la distinzione non in itinere per gli anni evento dal 1999 in poi; si può notare che alcuni comparti sono caratterizzati da una elevata quota di infortuni stradali: i servizi, i trasporti, il commercio, la sanità e la metalmeccanica. Gli incidenti con automezzi, tuttavia, spiegano soltanto in parte l'incremento di infortuni registrato nei primi quattro comparti citati. Si può anche notare che gli infortuni per conto Stato presentano notevoli variazioni negli ultimi anni, in parte dovute al fatto che molte attività pubbliche sono passate a contratti di tipo privatistico e sono diventate aziende a tutti gli effetti; di conseguenza, lavoratori ed infortuni sono passati dal conto Stato ad altri comparti (ad esempio, servizi e sanità).

Le modalità di accadimento degli infortuni si sono modificate nel periodo 1990-2001; la figura 6.8 evidenzia che vi è stata una netta riduzione del numero di eventi correlati al gruppo agente "macchine e parti di macchine" e una riduzione meno marcata per "materiali, sostanze, radiazioni" e "attrezzature, apparecchi, utensili" mentre si è verificato un netto aumento di infortuni correlati a "mezzi di sollevamento e trasporto" (quest'ultima categoria è più estesa di quella degli infortuni che "coinvolgono automezzi"); negli anni più recenti si può osservare anche un aumento degli infortuni correlati ad "ambiente di lavoro". Questi risultati appaiono come una testimonianza del fatto che gli infortuni comportamentali (connessi all'uso di attrezzature e all'ambiente) sono di più difficile riduzione rispetto alla messa in sicurezza dei macchinari. Una parte della riduzione degli infortuni connessi a macchine può dipendere anche della riduzione delle attività manifatturiere.

La tabella 6.8 descrive le modificazioni delle principali coppie "forma di accadimento" e "agente materiale" per i quattro trienni del periodo 1990-2001 per gli infortuni totali, non gravi, gravi non mortali e mortali; la figura 6.9 mostra graficamente la distribuzione per coppia delle stesse categorie di eventi. Dalle tabelle emerge il notevole incremento, già sottolineato, degli incidenti "alla guida di mezzi di trasporto", triplicati in dieci anni, e la sostanziale diversità di modalità di accadimento tra infortuni gravi e non gravi.

Nel periodo esaminato sono quasi raddoppiati gli infortuni con modalità "ha messo un piede in fallo su superfici di lavoro e di transito" mentre diminuiscono in modo consistente gli eventi causati da utensili, parti meccaniche, frammenti, schegge e scorie, macchine utensili e le cadute. Per gli incidenti gravi non mortali e mortali valgono le medesime considerazioni ma questo tipo di infortuni è costituito prevalentemente da incidenti con mezzi di trasporto (in aumento) e da cadute dall'alto o in piano (in diminuzione).

La figura 6.10 mostra il rapporto tra i casi gravi e il totale degli infortuni per comparto; in tutti i casi questo rapporto è peggiorato nei secondi sei anni rispetto a i primi sei e il peggioramento è più evidente per alcuni settori come sanità, industria tessile e commercio.

In conclusione, gli infortuni connessi all'attività lavorativa tradizionalmente oggetto della prevenzione degli SPISAL (lavori manuali nei settori "classici" come la metalmeccanica, le costruzioni, il settore legno) sono diminuiti drasticamente nella prima parte del decennio per poi rimanere sostanzialmente invariati. Nel contempo sono emersi altri settori critici come i servizi, i trasporti, il commercio e la sanità.

L'impossibilità di calcolare indicatori per il decennio impedisce di trarre delle interpretazioni depurate dall'effetto dei cambiamenti nella popolazione lavorativa, tuttavia sembra di evidenziare un risultato positivo dell'applicazione delle norme di sicurezza sui macchinari e sulle attrezzature e la necessità di interventi di prevenzione sui comportamenti e di educazione dei lavoratori alla sicurezza, in particolare per quanto riguarda la conduzione dei mezzi di trasporto e sollevamento e l'ambiente di lavoro.


Figura 6.1 Tabella 6.1
Figura 6.2 Tabella 6.4
Tabella 6.5 Figure 6.3, 6.4 e 6.5
Tabella 6.6 Tabella 6.7
Figura 6.7 I Figura 6.7 II
Figura 6.7 III Figura 6.8
Tabella 6.8 Figura 6.9
Figura 6.10
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